Negli ultimi dieci anni, circa quindicimila cittadini americani si sono trasferiti in Ecuador in maniera definitiva. Uomini e donne che dopo aver lavorato un’intera vita, per via della crisi economica, si ritrovano nell’impossibilità di sopravvivere negli USA con il solo assegno della social security. E così decidono di trasferirsi in Ecuador, dove il costo della vita è molto più basso e le cure mediche più abbordabili.

Nella città di Cotacachi, queste coppie di espatriati – di “rifugiati economici” – conducono una vita separata dalla comunità indigena locale, i Quichua. I gringos vivono in complessi residenziali dove si circondano di gadget ed elettrodomestici, non parlano spagnolo, frequentano locali con clientela prevalentemente americana. La loro vita si svolge in una sorta di bolla separata dal resto.

Negli USA non si sentono più al sicuro a causa della diffusione delle armi da fuoco e dei crimini violenti, non si fidano delle istituzioni che violano la privacy in nome della sicurezza nazionale. L’american way of life li ha costretti a una costante competizione sociale, a condurre una vita frenetica, annullando il senso di comunità degli anni ’50. Ma soprattutto si sentono traditi da una promessa non mantenuta.
Seguendo queste coppie di espatriati, cerchiamo di capire che fine ha fatto il sogno americano.

“Country for Old Men” non vuole essere un reportage sull’emigrazione dagli USA verso l’Ecuador. Il mio interesse risiede interamente nell’aspetto umano, nelle conseguenze che una categoria debole per definizione eÌ€ costretta a subire a causa della crisi universale di un modello economico. La mia intenzione eÌ€ quella di raccontare l’esistenza di persone che vivono e interagiscono tra loro in un contesto totalmente avulso dalle loro comuni esperienze di vita.  Raccontare quest’esilio attraverso l’osservazione della vita di tutti i giorni per mostrare, attraverso l’apparente normalitaÌ€ delle loro azioni, l’eccezionalitaÌ€ della loro condizione.
Questa storia ha un grande valore universale. Quello che accade in Ecuador agli americani accade in altri paesi del mondo ad altre persone. Gli americani che non possono pagare le spese mediche, che non riescono a sopravvivere a casa loro, siamo noi, e Cotacachi è la Bulgaria, la Tailandia. La crisi economica dei paesi cosiddetti avanzati esporta se stessa, e al tempo stesso, paradossalmente, esporta anche il modello di sviluppo che l’ha generata.

Regia
Pietro Jona, Stefano Cravero
Soggetto
Pietro Jona
Sceneggiatura
Pietro Jona, Stefano Cravero
Fotografia
Pietro Jona
Musica originale
Teho Teardo
Musiche di repertorio
Direttore di produzione
Selene Silvestri
Organizzatore generale
Fabrizio Allione
Produttore
Enrìca Capra
Produzione
GraffitiDoc (Torino)
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund - sviluppo dicembre 2014 e produzione dicembre 2015), del MiBACT, di Rai Cinema e del Programma MEDIA dell’Unione Europea (Creative Europe Desk Media) – Slate Funding.
Contatti
Fabrizio Allione (GraffitiDoc)
Ultimo aggiornamento: 19 Maggio 2020