Siamo in un piccolo paese dell’entroterra ligure. C’è chi non ha più il figlio e si incontra con chi ha perso il padre. C’è chi ritorna dopo anni per trovare, forse, tranquillità e chi non è mai riuscito a dimenticare. Riemerge il dramma degli eccidi nazifascisti, un passato che si pensava finalmente alle spalle ma fra le pieghe dei ricordi ricompare anche la storia di un misterioso tesoro e di qualcuno che lo cerca. Le antiche ingiustizie subite dalla comunità si sommano ad altre nuove più recenti. È la volontà di riscatto e la ricerca della “giusta” giustizia che spinge i protagonisti a unirsi in una impresa tanto ardua quanto spettacolare e, il sorprendente epilogo finale, ci parla della possibilità di vivere ancora dopo il dolore.
La storia ambientata nella fine degli anni Settanta è tutt'oggi attuale e può essere adattata a qualsiasi luogo poichè anche se l'autore l'ha immaginata nell'entroterra spezzino si adatta a un qualsiasi paese che abbia delle insenature naturali e dei resoconti Partigiani nelle dirette vicinanze. I dialoghi sono pochi e snelli, il che permette di ampliarli e di renderli adeguati al tipo di produzione. I personaggi sono descritti tramite caratteristiche "sociali" quindi non dettagliatamente dal punto di vista fisico quanto in relazione al ruolo nella comunità, attraverso piccoli tic o vezzi, o dettagli. Il testo inoltre tocca il rapporto pèadre-figlio, l'ambiguità della Giustizia, la forza della comunità, la dignità della sconfitta e la rivalsa intesa come riscatto.