Valentina ha dodici anni, una nonna religiosa e severa, una madre selvatica, bellissima e inafferrabile. Il padre è andato via da qualche tempo, ogni tanto torna a trovarla nella vecchia casa di campagna dove vivono le tre donne. In paese la chiamano "la casa cieca". Ha i muri spessi con poche finestre, le fondamenta forti, un impero di polvere che sembra durare da sempre. È l'estate del 1996, improvvisamente decisiva: il corpo di Valentina cambia e tutto intorno sembra ribellarsi al segreto che lei sceglie di tenere per sé. La madre e la nonna diventano sempre più distanti ed enigmatiche e la casa stessa prende a vibrare e animarsi di strani presagi, al ritmo di un suo sangue e di misteri ulteriori. Mentre rane, zanzare e cavallette le si affollano attorno, Valentina esplora il terreno insidioso e stupefacente della sua adolescenza: scopre così la simbiosi dell'amicizia e il suo punto di rottura, la sessualità aspra e curiosa, l'energia femminile e mistica della natura, la possibilità di mentire per cancellare ogni colpa, per illudersi che tutto resista al tempo e che nulla cambi mai. L'impero della polvere è un romanzo dalla forza quieta e inarrestabile sul potere arcaico dei legami famigliari, sulle minuscole e più intime rivoluzioni di un corpo in movimento e sull'istante esatto in cui un'infanzia finisce: quando le pareti vengono giù e le vite adulte si rivelano, è allora che non siamo più soltanto la storia di scelte anteriori, perché quello è il principio delle nostre.

L'impero della polvere è innanzitutto un romanzo di formazione: al centro c'è Valentina, l'arrivo dell'adolescenza e la scoperta di essere donna, l'amicizia con Ilaria e la prima cotta per Marco, i primi diverbi con la famiglia. Come in “Stand by me” i genitori sono presi da altri pensieri e i ragazzini sono liberi di esplorare, correre rischi, provare paura. 

È una storia in cui il femminile ha un'importanza fondamentale. La famiglia di Valentina è strettamente, forzatamente matriarcale: la nonna tiene le redini della casa rifiutando l'aiuto esterno. Gli uomini, secondo una diceria paesana, non durano: il che alimenta la voce che le tre donne siano streghe. 

Il romanzo, infatti, è nutrito anche da tinte più cupe. Avvenimenti in bilico tra il naturale e il fantastico lo rendono una storia gotica e di mistero, contaminata dall'horror e dal thriller, che esplora i territori dell'inquietudine e del disturbante. Eventi che ricordano le piaghe bibliche si susseguono, iniziando dal sangue di Valentina: rane, zanzare, cavallette, oscurità. Come nella serie Tv “The Haunting of Hill House”, la casa cieca è infestata da presenze e segreti. Ci sono tensione e suspense: Valentina vuole scoprire il perché di quegli eventi spaventosi e cerca di farli cessare. 

L'impero della polvere è un coming of age innestato di sovrannaturale, mistero e misticismo: tra Stand by me e Sirene, ma diretto da Darren Aronosfky. Una storia in cui la tradizione religiosa e la cultura del nostro paese si adattano a dei protagonisti giovani e a uno schema narrativo ancora poco utilizzato in Italia. La narrazione è simbolica e visiva, perfetta per una trasposizione cinematografica o seriale. È adatta a un pubblico tendenzialmente giovane, abituato allo streaming, per una fascia d'età che può collocarsi tra i 18 e i 40 anni.

Ambientazione - Tempo e luogo

Estate del 1996. La storia è ambienta in un casolare di campagna, in un paese non precisato del Nord Italia. Una grande casa dalle mura bianche e dalle finestre piccole e con un lato - da cui il soprannome casa cieca - senza aperture. Una casa che è la quarta protagonista della storia: vive, respira, e sembra seguire la crescita e lo sviluppo di Valentina, a partire dal sangue, che non arriva solo dal corpo di Valentina ma anche dalle pareti della sua camera da letto. 

Tutt'attorno, i campi, la piccola azienda agricola di famiglia, con bestiame, verdure, piante da frutto. Oltre la casa il bosco, solcato da un torrente. A pochi chilometri di distanza, il paese: uno di quei posti fermi nel tempo, con l'emporio, una piccola piazza, la scuola, il bar, l'osteria, timidi punti di ritrovo. 

La città, così come il paese, non ha un nome - potrebbe essere un qualsiasi comune di medie dimensioni. Per Valentina la città rappresenta un'occasione di fuga, per mangiare una pizza, fare compere, guardare le vetrine dei negozi. 

Nell'ultimo capitolo del romanzo, dieci anni più tardi, la casa cieca viene abbandonata, resa ormai inagibile da una crepa strutturale. La madre di Valentina trasloca in città, mentre Valentina si trasferisce in una città più grande e inizia a studiare all'università, prendendo casa insieme a un'altra ragazza.

Biografia

Francesca Manfredi è copywriter, editor e insegnante alla Scuola Holden. I suoi racconti sono apparsi sul Corriere della Sera e Linus. Ha collaborato all’antologia Brave con la lingua (2018). Con la raccolta Un buon posto dove stare (La nave di Teseo, 2017) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima ed è stata finalista al Premio Chiara, Premio Settembrini, Premio Berto e Premio Zocca Giovani. È tra gli autori di 6Bianca, serie teatrale in sei episodi da Stephen Amidon.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2023