Chi è veramente Ferdinand Celouis? Come mai, nonostante il suo romanzo Dannati per sempre sia diventato un caso letterario tradotto in tutto il mondo, continua a nascondersi dietro uno pseudonimo? Perché ha scelto di firmare su un settimanale, con lo stesso nome d'arte, le inchieste giornalistiche più clamorose, dissacranti e politicamente scorrette che si possano immaginare? Mentre esplode la Celouis-mania, Mauro Delgado, un talentuoso critico letterario, è convinto di poter risolvere l'enigma facilmente.
Dovrà ricredersi: attorno all'autore misterioso è stato eretto un muro invalicabile.
Gonzalo Carbonell è un professore universitario che vive nascosto in una torre, terrorizzato dal contatto con il resto dell'umanità, circondato solo da migliaia di libri è un autentico misantropo, che entrerà inevitabilmente in collisione con Delgado e la sua ossessione. Come in un giallo, in cui manca solo il cadavere, Delgado, bilioso, maleducato, antipatico e presuntuoso, si trasforma in un investigatore che cerca con ogni mezzo di scoprire la vera identità dello scrittore misterioso. Riuscirà a consegnare al mondo la sua faccia, il suo vero nome e ad assaporare il sottile piacere del trionfo? Scritto sul filo dell'ironia, il romanzo mette in scena i tic e le manie dei protagonisti costretti a fare i conti con un mondo che vorrebbero diverso, più bello, meno banale, fanatico e ignorante e dal quale, nell'attesa di un cambiamento, si allontanano.
I protagonisti sono due, il terzo è un fantasma, l'autore misterioso, con il quale entrambi fanno i conti. I due si cercano, s'inseguono, si temono, alla fine si trovano. Hanno caratteristiche evidenti, portate così al limite da renderli caricaturali. La loro trasposizione cinematografica è naturale perché riempiono la scena, divertono, portano la gente a schierarsi da una parte o dall'altra. Il professore universitario, Gonzalo Carbonell, è un misantropo, narcolettico; vive in un'antica torre restaurata, foderata di libri e ha il terrore di incontrare la gente, odia sentir parlare per luoghi comuni, stringere una mano sudata. Appare altezzoso, aristocratico, interessato solo alla cultura, nauseato dall'ignoranza e dalla pochezza intellettuale di un mondo ormai alla deriva. L'altro, Mauro Delgado, è un critico letterario egocentrico, maleducato, brutto, con un evidente riporto a coprire la calvizia, presuntuoso, ma talentuosissimo, ossessionato dall'autore misterioso che vuole scoprire a tutti i costi. Caratteri e caratteristiche perfetti per un adattamento cinematografico.
La dinamica narrativa è quella del giallo, ma l'originalità sta nel fatto che qui non c'è alcun cadavere. Delgado, il critico letterario, s'improvvisa detective per cercare di scoprire chi si cela dietro lo pseudonimo di Ferdinand Celouis. Pensiamo a un critico letterario italiano che fa di tutto per scoprire chi sia Elena Ferrante. Il percorso che lo porterà alla soluzione dell'enigma è ricco di suspanse e tiene il pubblico incollato alal vicenda. La narrazione, come in una serie di scatole cinesi, rimanda la soluzione sempre più in là. Una caratteristica adatta anche a una trasposizione seriale, ma anche ad un film pieno di colpi cli scena.
Il meccanismo del giallo, i dialoghi serrati, intelligenti e colti, rendono la storia adatta a un pubblico trasversale trasversale. L'atmosfera è ironica, si sorride, a tratti si ride, ci si stupisce e si cerca di risolvere l'enigma. Che non sarà mai del tutto risolto. Finale aperto dunque, per una seconda serie o un secondo film!