Un duplice omicidio sconvolge il Canavese. Durante la sera del Giovedì Grasso, mentre a Ivrea impazzano i festeggiamenti per il Carnevale, due donne vengono brutalmente assassinate.
Il commissario Fantini e il suo fido vice Baldi vengono chiamati a indagare sui due delitti, tra i quali non sembra esservi alcun legame. Ma, oltre alla polizia, c’è qualcun altro che sta  seguendo le tracce del misterioso assassino.
Nel frattempo alla Repubblica delle Muse (associazione nata in Piemonte agli inizi dell’Ottocento, con l’obiettivo di difendere e promuovere l’arte in ogni modo e in tutte le sue forme) fervono i preparativi per l’imminente celebrazione del bicentenario. Migliaia di persone sono attese nel Canavese per quello che potrebbe diventare un evento senza eguali nella storia dell’arte di tutti i tempi. Ma nuove tensioni e contrasti emergono nei rapporti tra le Muse: segreti inconfessabili e  scomode rivelazioni che ancora una volta rischiano di compromettere il fragile equilibrio su cui poggia il loro piccolo mondo. Sempre più persone cercano di insinuarsi nei perversi meccanismi della Repubblica, inseguendo prestigio, gloria e visibilità, all’ombra di un antico e oscuro nemico che sta progettando in segreto la propria ascesa al potere.

Un thriller appassionante, ricco di azione, colpi di scena, atmosfere distopiche, che prende le mosse dal finale del primo romanzo (La Repubblica delle Muse) e apre nuovi scenari, sullo sfondo di una delle manifestazioni canavesane più amate nel mondo.

L’ombra della Corona, ha una struttura narrativa perfetta per un eventuale adattamento cinematografico. La storia è ricca di azione, suspense e colpi di scena. Il continuo scontro dialogico tra i personaggi rende dinamiche e scorrevoli anche le scene apparentemente più statiche. L’ombra della Corona è un romanzo corale, con alcuni personaggi che prevalgono sugli altri per presenza scenica, ma privo di veri e propri protagonisti. La componente ipernarrativa è molto forte: le vicende dei vari personaggi e i punti di vista si alternano continuamente, secondo la scansione in capitoli, costruendo filoni narrativi che procedono parallelamente per poi intrecciarsi all’improvviso in trame via via più complicate. Questo aspetto, unito alla lunghezza e alla complessità dell’intreccio, fa de L’ombra della Corona un romanzo particolarmente adatto ad una trasposizione seriale.

Sia la Repubblica delle Muse, sia lo Storico Carnevale di Ivrea, che fanno da sfondo alla vicenda, sono un trionfo di policromie, aspetto che potrebbe valorizzare enormememente l'aspetto fotografico e visivo di una trasposizione.

L’ombra della Corona è un romanzo estremamente eterogeneo. Una storia piena di storie. Il genere è certamente quello del thriller, ma abbondano elementi narrativi che ne fanno sfumare i contorni: storie d’amore struggenti, atmosfere distopiche e da spystory, storie di catarsi individuale, continui riferimenti al mondo dell’arte, alla storia e alle tradizioni del territorio, tutti elementi che rendono quest'opera adatta a un pubblico trasversale.

Ambientazione - Tempo e luogo

L’ambientazione de L’ombra della Corona (come dell’intera trilogia) è sospesa a metà fra realtà e finzione.
La Repubblica delle Muse (che è anche il titolo del primo romanzo della trilogia) non esiste, è un’invenzione dell’autore, ma può essere agevolmente ricreata, soprattutto per le scene in interni – che sono la maggior parte – per le cui riprese si potrebbero sfruttare palazzi e dimore del passato, di cui il Piemonte notoriamente abbonda. Per il resto l’ambientazione è totalmente reale.
Uno dei teatri principali della vicenda è la città di Ivrea, agghindata a festa per il Carnevale: le sue strade, le sue piazze, il palazzo comunale. Alcune scene si svolgono nelle zone e comuni limitrofi e in generale nel Canavese: Rivarolo, il lago Sirio, Pavone, il lago di Candia, Cuceglio. Si tratta di scene ambientate sia in esterno, sia in interni.

Un paio di scene si svolgono a Torino, rispettivamente al carcere delle Vallette e presso la Biblioteca Nazionale.

Un’altra serie di scene (legate al filone narrativo della famiglia Canova) è ambientata nell’astigiano, precisamente nel comune di Cessole. Infine – unica eccezione all’ambientazione piemontese – una scena si svolge nel comune di Sanremo, in Liguria.

Biografia

Giulio Civitano, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ha svolto per circa un anno l’attività di avvocato praticante. In seguito ha lavorato per un paio d’anni come presentatore di televendite nel settore dell’antiquariato. Dal 2015 è docente di materie giuridico-economiche.

Accanto al percorso formativo e professionale, negli anni ha coltivato la sua passione per il mondo dello spettacolo. Ha presentato e organizzato eventi di vario genere, sia live, sia per il web. Ha recitato in diverse compagnie teatrali, sia amatoriali, sia professionistiche. È autore di poesie e testi teatrali. Con La  Repubblica delle Muse, il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti 2019 e il Premio della Giuria ai Golden Holmes Awards 2020. Vive con la moglie a Cuorgné, nel Canavese.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2023