2061: dopo una tremenda crisi energetica dovuta all’esaurimento delle scorte petrolifere, il mondo è piombato in una sorta di cupo Medioevo.
L’Italia è un paese disunito, multietnico, quasi pre-risorgimentale: al nord è nata la Repubblica Longobarda difesa da un muro altissimo; nella Repubblica Popolare della Romagna la tassazione è al 100% ma abbonda la benzina; la Toscana è tornata ad essere un Granducato dove le fazioni dei Della Valle e dei Cecchi Gori lottano per il potere; al centro è rinato lo Stato Pontificio, un regime integralista dove domina l’Inquisizione; al sud regna il Sultanato delle due Sicilie dove le temperature oscillano tra i 32 e i 54 gradi, e il maiale costa al mercato nero 1.200 dinari al chilo.
Da qui, un gruppo di avventurosi patrioti capitanati da un istrionico Professore (Diego Abatantuono), intraprende un viaggio grottesco e picaresco, con lo scopo di unirsi alla resistenza e con la mission imbossible di arrivare a Torino per rifare l’Italia. Attraversando il paese dalla Sicilia alle Alpi a bordo di una feluca prima e a piedi poi, lo sgangherato gruppetto composto da circensi, camionisti, ibridi, ladri si ritrova sulla Salerno-Reggio Calabria tra le carcasse di auto che furono abbandonate durante un ingorgo apocalittico, dopo la chiusura delle pompe di benzina. Qui una bellissima ragazza in abiti succinti fugge inseguita dai killer: è Eva concorrente del reality “Kill” dove se il pubblico ti elimina devi essere ammazzato in diretta. I Patrioti la salvano e si impadroniscono delle auto a metano del reality proseguendo verso nord. Alle porte di Roma, al ristorante “er Matriciano” dove si mangia sushi all’amatriciana e bruschette di pinne di pescecane, vengono scoperti e arrestati dalla Polizia Politica. Rinchiusi a Castel Sant’Angelo sono condannati alla fucilazione dal Cardinal Bonifacio, capo della Santa Inquisizione, ma riusciranno a fuggire grazie allo stratagemma della Tosca, con l’intervento di una bellezza procace, Mara, che si unirà al gruppetto.
Tra colpi di scena e avventure esilaranti, i nostri eroi Tony, Pride, Salvim, Taned, Grosso, Nicola, Mara e il camaleontico Professore, giungeranno a Torino dal Duca di Biella.
Una commedia apocalittica sull'Italia del futuro prossimo, dove ogni regione viene descritta in chiave satirica estremizzandone i caratteri più tipici.

«Nelle nostre intenzioni, 2061 è innanzitutto un film comico. Ma è anche un film a sfondo satirico, sul futuro del nostro tormentato paese. Abbiamo immaginato, senza distaccarci molto dal pessimismo imperante, che tra cinquantaquattro anni il pianeta Terra sarà totalmente sconvolto. Crisi energetiche, ecologiche, metereologiche, geopolitiche lo avranno mutato. In peggio. E il mondo vivrà una sorta di nuovo medioevo. Integralista, cupo e quasi gotico. Atmosfere in bilico tra quelle apocalittiche di Mad Max e quelle giocose de l’Armata Brancaleone. Diciamo subito, senza ipocrisia, che l’Armata Brancaleone è il film di riferimento al quale ci siamo ispirati. Diego Abatantuono interpreta il ruolo di un condottiero cialtrone e spavaldo che ricorda quello di Brancaleone da Norcia. E la sua truppa scalcagnata è una versione postmoderna dell’esercito puzzone di Monicelli. Gli scopi di questi antieroi, però, sono diversi. L’armata di Brancaleone era diretta in Terra Santa, per liberare il Sacro Sepolcro; l’armata di Abatantuono, invece, risale un’Italia sconquassata, con l’intento di rifarla. Già, perché nel 2061 l’Italia non c’è più. Per ironia della sorte è tornata ad essere divisa come quella di duecento anni prima. Al sud, invaso da neri ed islamici, c’è il Sultanato delle due Sicilie. Al centro è rinato lo Stato Pontificio, dove ha vinto il clero reazionario. In Toscana c’è di nuovo un Granducato dove si fronteggiano i seguaci del Duca Della Valle ed i ribelli di Cosimetto Cecchi Gori. In Emilia Romagna sventola la bandiera rossa di Falce e Mortadella. Al Nord, nella Repubblica Longobarda, hanno innalzato un muro lungo il fiume Po per impedire l’ingresso ai terroni. Per fortuna, in Piemonte, un gruppo di patrioti carbonari sogna la riunificazione della nazione. 2061 è un film on the road. Un viaggio buffo verso la speranza. È un film d’avventura. È un film d’azione. È anche un film sull’amicizia e sull’amore. Ma è soprattutto un film comico sulla cialtroneria del nostro paese che rischia di spaccarsi per colpa dei suoi regionalismi, dei suoi egoismi e della sua miopia. Qui lanciamo un grido d’allarme. L’Italia, a forza di litigi e spaccature, rischia veramente di disgregarsi»

(Carlo ed Enrico Vanzina)

Regia
Carlo Vanzina
Sceneggiatura
Carlo ed Enrico Vanzina, Diego Abatantuono
Fotografia
Claudio Zamarion
Montaggio
Raimondo Crociani
Scenografia
Luca Merlini, Alessia Anfuso
Costumi
Nicoletta Ercole
Musica originale
Federico De Robertis
Suono
Antonio Barba
Truccatori e parrucchieri
Luigi Ciminelli, Aldo Signoretti, Giorgio Gregorini
Casting
Altri credits

Alessandro Rota (segretario di produzione); Sara Patti (casting capogruppo); Emilia Leonardi (assistente casting); Mara Schirripa (aiuto cassiere); Franco Maletta (autista)

Interpreti

Diego Abatantuono (Professore), Emilio Solfrizzi (Nicola), Sabrina Impacciatore (Mara), Dino Abbrescia (Tony), Andrea Osvart (Unna), Stefano Chiodaroli (Grosso), Jonathan Kashanian (Pride), Antonello Costa (Taned), Paolo Macedonio (Salvim), Roberto D’Alessandro (Barone Cirò), Nini Salerno (Marchese di Villa Sparina), Ugo Conti (Shrek), Gennaro Diana (Uomo Misterioso), Anna Maria Barbera (Nunzia La Moratta), Massimo Ceccherini (Cosimo Delli Cecchi), Paolo Cevoli (Moby Dick), Michele Placido (Cardinale Bonifacio)

Direttore di produzione
Tomas Tyler
Organizzatore generale
Riccardo Cardarelli
Produttore
Carlo ed Enrico Vanzina
Co-produttore
Rai Cinema
Produzione
International Video 80 (Roma)
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
Distribuzione
01 Distribution
Premi e festival

uscita: venerdì 26 ottobre 2007

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo 2022