Si dice che Erminio Macario abbia rivoluzionato il cinema comico italiano. Eppure, la nuova generazione stenta a conoscere e riconoscere questa personalità che non solo ha rivoluzionato il teatro di rivista e d’avanspettacolo, ma ha anche fatto da incubatore per le dive che riempiranno gli schermi degli italiani a partire dagli anni ‘70. Formatosi nella “scuola” della soubrette Isa Bluette, il suo enorme successo gli derivò da un’idea innovativa per l’epoca:  circondarsi di soubrette per rendere i propri spettacoli ricchi e accattivanti. Insegnante e direttore di palcoscenico estremamente rigido e professionale, Macario fu colui che lanciò, in quegli anni, alcune tra le più grandi dive dello spettacolo italiano.  

A Macario si deve anche l’intuizione di trasporre le nuove forme di comicità dal teatro al cinema, ed è proprio sul grande schermo che la sua maschera dell’omino rassegnato, in balia degli accadimenti della vita, riscuoterà il maggior successo di pubblico. Questo personaggio che tanto lustro gli diede all’inizio del dopoguerra, però, fu anche la sua rovina perché non gli permise di rimanere al passo con  l’era del boom economico e con i nuovi e più sofisticati gusti del pubblico italiano.  

Quella di Macario è la storia dell’ascesa e della caduta di un comico che, nonostante tutto, ha fatto la storia del teatro e del cinema italiano.

A me, come credo a buona parte della mia generazione, Macario non piaceva. Raramente ridevo alle sue battute, mi sembravano banali e piuttosto "qualunquiste". Spesso i suoi personaggi erano degli sconfitti, rassegnati al loro triste destino e solo grazie ad eventi fortunosi ne uscivano indenni e vittoriosi. Quindi, per me, reincontrare la figura di Macario e raccontare in un film il suo percorso di comico del '900 è un piacevole lavoro di riscoperta e nello stesso tempo una sfida. E lentamente comincio a rivalutare, sotto certi aspetti,  la persona e il comico Macario. 

Quella di Macario, infatti, è la storia di un ragazzo che sin da giovanissimo insegue le sue passioni, e lavora duramente affrontando sacrifici per raggiungere i propri obiettivi fino a quando non solo ci riesce ottenendo ben presto una fama invidiabile nel teatro e nell'avanspettacolo, ma è anche capace di portare innovazione nella comicità italiana. E quando tutto sembra crollargli addosso trova la forza per "ricominciare", tutt'altro che rassegnato, come invece lo sono talvolta i personaggi che interpreta.

Regia
Pierfranco Milanese
Soggetto
Stefano Della Casa, Antonio Ferraro
Sceneggiatura
Stefano Della Casa, Antonio Ferraro
Montaggio
Pierfranco Milanese
Altri credits

Caterina Taricano (Archive Researcher)

Direttore di produzione
Produzione esecutiva
Mattia Puleo, Angelo Calarco
Produttore
Maurizio Matteo Merli
Produzione
Father & Son
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund - sviluppo giugno 2023
Ultimo aggiornamento: 30 Agosto 2023