“Tevere Corsaro”, documentario firmato da Pietro Balla e Monica Repetto, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund, sarà presentato alle Giornate degli Autori - spazio #confronti.
Ritorna nel programma delle Giornate degli Autori, grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, lo spazio intitolato #confronti che mette al centro della proposta temi, storie, parole e immagini dedicate ad altrettante istantanee sull’Italia di oggi e il mondo che viviamo. Registi e produttori hanno accettato di contestualizzare i loro lavori più recenti in questo spazio di riflessione e ricerca in cui la visualità e le storie catturate dal cinema fanno la differenza.
Fra i titoli selezionati, anche “Tevere Corsaro”, documentario firmato da Pietro Balla e Monica Repetto e prodotto da deriva film / Italia e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund.
In una Roma contemporanea, tra campagne assediate dal cemento e rive del Tevere nascoste, i destini di Sven, un ciclo-attivista norvegese appassionato di Pasolini, Giulia, una giovane contadina che difende la sua terra dalla speculazione edilizia e Mario, un poliziotto dal cuore d’oro, si intrecciano nella lotta per creare il “Sentiero Pasolini” lungo il fiume, da Roma al mare. Ostacolati da potenti proprietari, politici mediocri e una burocrazia insensibile, questi improbabili alleati si battono per un’utopia fatta di natura e comunità, in una battaglia che riflette il dramma dell’Occidente contemporaneo. La loro è una lotta senza speranza o possono ancora riscrivere il proprio destino?
“Il titolo “Tevere Corsaro” è un rimando agli Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini, un volume degli anni ’70 di critica radicale alle società occidentali sviluppate. Vi è qualcosa di universale in questo viaggio di antieroi alla ricerca di sé e di un senso di appartenenza. Universale è il bisogno di adottare modelli di vita diversi e sostenibili, abbracciando sentimenti di cura per lo spazio e per le comunità che lo abitano. Questa piccola anabasi ritrae la crudeltà e la bellezza del paesaggio fluviale, un’epopea che diventa apologo di una società smarrita. La nostra storia si svolge sull’orlo dell’abisso di un disastro economico, ecologico, urbanistico e antropologico che riguarda tutti noi. – sottolinea Monica Repetto - Il lavoro di osservazione è durato quattro anni. Un lungo periodo che ha visto le vite dei protagonisti e le nostre stravolte. Durante la lavorazione del film è morto il co-regista Pietro Balla. Avrei voluto continuare a battagliare con lui in sala di montaggio, ma non per questo il film è meno irriducibilmente “nostro”. Voglio concludere queste note con le parole di Pietro. Quando una donna sulla riva del fiume, durante le riprese, chiese che storia stavamo raccontando e se sarebbe finita con la realizzazione del “Sentiero Pasolini”, lui ha risposto: È una storia di perdenti sicuri. Io non so bene chi abbia ragione o torto, perché la faccenda è molto complicata. Però è paradigmatica di questi tempi... Quando finirà? Durerà finché resisteremo noi”.