L’attore piemontese Valerio Binasco ha ricevuto il Premio Cappello del Cinema Miglior Interprete al 7º concorso internazionale di cortometraggi dell’Alessandria Film Festival, per la sua interpretazione nel cortometraggio “Variazioni fantastiche su eventi realmente accaduti a Torino nel 1911” di Giulio Maria Cavallini.
La giuria, composta da Daniela Tusa, Debora Zuin, Massimo Rigo, ha così motivato il premio: “Per aver incarnato con sguardo corpo e voce il senso di smarrimento emotivo ed esistenziale nel momento della resa del personaggio. Per aver ridato vita generosamente e senso al lascito artistico di Emilio Salgari. E per aver orchestrato magistralmente un Requiem per tutti gli artisti che hanno pagato con la vita il prezzo della propria visione extra-ordinaria”.
“Variazioni fantastiche su eventi realmente accaduti a Torino nel 1911” è un cortometraggio del giovane regista torinese Giulio Maria Cavallini, prodotto da Epica Film con LMC Vision e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Short Film Fund, già vincitore del bando Per Chi Crea Under 35 di SIAE, premio Miglior Regia per il concorso del SanGiò Video Festival di Verona e presentato fuori concorso al Foggia Film Festival.
Il soggetto è tratto dalla biografia “Emilio Salgari, il padre degli eroi” di Giovanni Arpino e Roberto Antonetto ed è frutto di una ricerca pluriennale che sta alla base di una documentazione imponente, in parte inedita, e condotta sull'archivio custodito dei discendenti di Emilio Salgari, e della scoperta di numerosi documenti. Esplora le ultime drammatiche ore dello scrittore prima del suicidio e vuole stimolare una riflessione sulla fragilità dell'artista, l'impatto della creatività sulla vita personale e il ruolo sacrificale imposto alla donna da un tempo tutt’altro che tramontato.
Sono ore sospese e magiche, trascorse sulle rive “selvagge” del Po nei pressi della Madonna del Pilone, che Salgari aveva trasformato in laboratorio e teatro per la sua sterminata inventiva.
Sinossi:
Corsari, sultani e bajadere popolano un tratto selvaggio della riva del Po a Torino. Una nave pirata galleggia sul fiume. Un uomo chiede invano soccorso a quei personaggi: i suoi interlocutori sono sagome inerti e flosce di cartone colorato. È l’ennesimo teatro, l’ultimo, per il più grande narratore italiano d’avventura. Quell’angolo segreto del Po lo ha allestito egli stesso con la complicità della moglie Ida. Ora però una doppia resa dei conti incombe su di lui, l’esaurimento della sua creatività e la presa di coscienza di aver distrutto la vita della moglie, forse anche contagiandola di una inconfessabile malattia. Ida è stata ricoverata il giorno prima in manicomio. Unico essere umano con cui può confessarsi è una guardia civica scesa al fiume per convincerlo a sbaraccare il suo teatro abusivo. Ma a sua volta la guardia si rivelerà nient’altro che una sagoma di cartone. La mattina successiva, Salgari sale in un bosco della collina armato di un rasoio e si uccide.