Venticinque anni dopo essere fuggito dalla Cambogia devastata dai Khmer rossi, Tho Nguon riceve un messaggio che risveglia in lui la speranza di ritrovare il più piccolo dei suoi fratelli, che aveva abbandonato in un orfanotrofio prima della sua fuga per cercare di salvarlo.
Tho decide di tornare per la prima volta nel Paese in cui tutta la sua famiglia è stata distrutta, e la sua adolescenza spezzata.
Ma questo viaggio a ritroso sulle tracce dolorose del suo passato si carica, incontro dopo incontro, di un significato più ampio.
Riallacciandosi con la tragedia di un intero popolo, Tho ritrova poco a poco il suo posto in un mondo in cui ogni possibilità di riconciliazione sembrava perduta per sempre.

...Ho dovuto cambiare nome per sopravvivere, ho dovuto cancellare dalla memoria i ricordi e le immagini che hanno funestato quattro anni della mia adolescenza.
Ora che devo raccontare la mia storia, sono costretto a esplorare la mia memoria fin nei più reconditi meandri e a volte non so più se ciò che torna alla luce con fatica sia vero, oppure il frutto di un fenomeno psichico...

Bovannrith Tho Nguon, Cercate l'Angkar.

1975. Phnom Penh viene conquistata ed evacuata dai Khmer Rossi. Ha inizio la tragedia del popolo cambogiano e con essa quella personale di Tho Nguon.
Tho Nguon a quel tempo è un ragazzo di appena 13 anni. Il suo vero nome è Bovannrith, che significa "oro splendente". Un nome troppo prezioso per il nuovo ordine khmer. Per sopravvivere si farà chiamare Tho, "vaso". Ma questo non sarà sufficiente a salvare la sua famiglia dalla distruzione, e a risparmiargli quattro terribili anni nei campi di lavoro.
Oggi Tho Nguon ha 44 anni, fa il medico, e vive e lavora a Biella, dove è riuscito a costruirsi una nuova vita.  Da qualche anno ha scritto e pubblicato un libro in cui racconta la sua esperienza.
Ma un giorno il passato lo chiama. 25 anni dopo la sua fuga, la speranza di ritrovare quello che potrebbe essere il suo fratellino perduto, secondo l’opinione di un suo zio, lo spinge a tornare indietro.
Tho decide di partire per la Cambogia, e di confrontarsi per la prima volta faccia a faccia con i fantasmi che hanno ossessionato la sua giovinezza.

Regia
Giovanni Donfrancesco
Fotografia
Duccio Brunetti
Montaggio
Lizabeth Gelber
Altri credits
Shooting locations: Italy (Biella), Thailand (Bangkok, Sakeo), Cambodia (Phnom Penh, Battambang)
Co-produttore
Altara Films
Produzione
GraffitiDoc (Torino)
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e della Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund - Fondo regionale per il documentario - post produzione settembre 2008)
Premi e festival

Selezionato a Festival dei Popoli 2010 – Firenze e Piemonte Movie Glocal Festival 2011

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2016