Nell'estate del 1961 un gruppo di giovani torinesi, il gruppo Cantacronache, fa un viaggio clandestino in Spagna per registrare canzoni popolari della resistenza anti-franchista. Un anno dopo, il gruppo pubblica presso Einaudi Canti della nuova resistenza spagnola, un enorme successo internazionale. Il governo franchista, furioso, organizza una campagna stampa denigratoria, che definisce l’opera “la Marsigliese degli ubriachi”. Le canzoni sono censurate e il gruppo è condannato nel corso di un clamoroso processo. Oggi Emilio Jona e Lionello Gennero, ultranovantenni, sono gli ultimi sopravvissuti di quell’avventura. Guidati dal diario di viaggio scritto dal gruppo durante la spedizione, una troupe cinematografica ripercorre il viaggio dei Cantacronache nella Spagna di oggi, sulle tracce di quelle canzoni e di nuovi e vecchi interpreti. Attraverso il prisma della memoria orale e della musica, i due viaggi si fondono nella geografia emotiva e politica di un territorio dove le ferite dell’epoca franchista sono ancora aperte. Cosa rimane di quelle canzoni e come risuonano, oggi, nel presente?
Dopo anni di ricerche, possediamo oggi un’ampia base documentaria e archivistica meticolosamente raccolta, riguardante il viaggio dei Cantacronache: registrazioni sonore, fotografie, scritti, filmati e documenti. Ma La Marsigliese degli ubriachi non è solo un film storico che ricostruisce il viaggio dei Cantacronache, poiché è anche aperto al presente. Lo spirito vivace e forse incosciente dei Cantacronache guida il nostro approccio: come risuonano oggi, nel presente, le lotte del passato? Cosa rimane di quelle canzoni nella Spagna di oggi? L'ascesa di partiti populisti e di estrema destra è un denominatore comune in tutta Europa e pone in questione i processi storici di revisione e riparazione, che hanno avuto luogo nei diversi paesi post-fascisti con vari gradi di successo. È in questo contesto che diventa indispensabile tornare a storie come quella raccontata ne La Marsigliese degli ubriachi, una storia che è stata messa a tacere per molto tempo. La memoria, infatti, è un’eredità che ha significato solo quando riusciamo a farla agire nel presente.