A quattro anni dalla scomparsa di Umberto Eco, la famiglia decide di donare la sua biblioteca privata composta da circa 50.000 volumi e da una sezione di libri antichi e molto rari, alle biblioteche Braidense di Brera e dell’Università di Bologna. Le operazioni per il trasferimento portano a rileggere il lavoro e la mente di un grande filosofo e narratore contemporaneo come Eco alla luce di tutte le sue fonti e della loro organizzazione, curata e ripensata più volte nel corso di una vita. Dalla preziosa sezione dei libri originali del Seicento agli scaffali dedicati ai ‘folli letterari’ che pagano pur di essere pubblicati, passando per il giallo sull’identità di Shakespeare, il film ripercorre e illustra le principali ossessioni di Umberto Eco, che sottendono tutta la sua produzione letteraria, fiction e non. Il rapporto tra vero e falso, il paradosso come vertigine applicata alla ragione fino alle sue estreme conseguenze, la letteratura come interpretazione e creazione di un mondo alternativo, l’elaborazione di teorie letterarie e il loro rovesciamento nell’idea che il mondo si presenti sempre come qualcosa da interpretare. Come un alchimista, Eco ha distillato dai 50.000 volumi della sua biblioteca gli elementi, le essenze per produrre le sue storie. Il paradosso finale è che il trasloco della biblioteca scombinerà per sempre quell’ordine, legato al suo proprietario e creatore: ma ne produrrà un altro, fervido di nuove immaginazioni, quelle dei nuovi lettori.

Comincia tutto nel 2015, quando alla Biennale d’Arte di Venezia venni invitato a presentare una videoinstallazione sulla memoria che aveva per protagonista Umberto Eco. In quel lavoro c’era anche una sequenza che diventerà iconica: Eco che cammina lungo la gigantesca biblioteca della sua casa di Milano (oltre 50.000 volumi). Quando, purtroppo, nemmeno un anno dopo, morirà, saranno quelle le immagini che tutte le televisioni del mondo useranno per ricordarlo. Nell’estate 2021 la famiglia Eco mi ha chiesto di realizzare un film sulla biblioteca, che naturalmente è anche un omaggio e un ricordo del suo proprietario e “coltivatore”. Uso questo termine perché Eco stesso ha più volte definito la biblioteca come una cosa viva, e i libri la “memoria vegetale” dell’umanità. La sua non è solo una collezione di volumi, anche nella ricchissima sezione dei libri antichi, ma una vera e propria miniera di storie e suggestioni, che sono quelle che finiscono poi nei suoi romanzi. Nel complesso, l’idea è di usare la casa/biblioteca come un grande set, un’unità di luogo che rifletta l’idea dell’officina creativa di una mente geniale. Libri che contengono storie che producono altre storie.

Regia
Davide Ferrario
Soggetto
Davide Ferrario
Sceneggiatura
Davide Ferrario
Fotografia
Andrea Zambelli, Andrea Zanoli
Montaggio
Cristina Sardo
Interpreti

I parenti stretti di Umberto Eco (i figli Stefano e Carlotta, la moglie Renate), il suo collaboratore storico  Riccardo Fedriga.

Produzione esecutiva
Produttore
Davide Ferrario
Produzione
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund - produzione dicembre 2021
Premi e festival

17° edizione della Festa del Cinema di Roma tra le proiezioni speciali

Ultimo aggiornamento: 08 Novembre 2022