Gabriele cammina pensieroso nella sua camera, si affaccia alla finestra e comincia ad osservare l’ambiente circostante. Ad un tratto un’idea risuona nella sua mente e inizia a propagarsi in tutto il suo corpo. La voglia di evadere, di superare gli spazi che lo costringono ai canoni dell’apparenza, di uscire di casa con il proprio vissuto prevale per andare incontro a ciò che è altro, diverso da lui. La finestra diventa così il simbolo di portali, di ponti. Giuntura tra reale ed irreale. Il confine tra spazio interno, intimo e spazio esterno, pubblico diviene sempre più labile. Ogni luogo coinvolge Gabriele diversamente trasmettendogli emozioni e sensazioni. A sua volta il giovane abita e anima gli spazi attraverso il movimento e dona loro un senso nuovo lasciando un segno di sé. Il protagonista intraprende un viaggio che lo porta a spogliarsi fisicamente e mentalmente del superfluo fino a ritrovare la sua essenza e il contatto con la realtà esterna.