1995. Parigi, Hollywood, Tokyo. Nino Cerruti è uno degli uomini più famosi al mondo. I suoi amici si chiamano Jack Nicholson, Jean-Paul Belmondo, Roman Polanski, Michael Douglas. Pioniere del Ready-to-wear, precursore del Casual Wear e dell’Unisex, Nino Cerruti non è soltanto un capofila della moda: è lui che ha inventato il modo in cui ci vestiamo oggi. La sua rapida ascesa lo ha portato da Biella al cuore di Parigi, e da lì a Hollywood, in una rocambolesca traiettoria che lo ha reso amico intimo delle più grandi stelle del cinema, della politica e dello sport. Ha costruito un impero internazionale, sedotto le più belle donne, accumulato una fortuna colossale. Per poi perdere tutto. Ma chi era veramente Nino Cerruti? Cosa rimane dell'uomo e della sua eredità? Questa è la storia dell'ascesa e declino di un’icona che, fra le altre cose, ha formidabilmente intuito, fin dagli anni ‘60, l’impatto che il cinema e la televisione avrebbero avuto sul gusto collettivo. Una storia che soltanto un film può raccontare…
Chi era Nino Cerruti? Abbiamo scandagliato il nostro entourage, di qualsiasi età, e le reazioni erano unanimi: un marchio di lusso, profumi. Punto. Sull'uomo, niente. Eppure, negli anni '90, Nino Cerruti era forse lo stilista più celebre al mondo. A 20 anni di distanza, nessun documentario è stato girato sulla sua incredibile vita, sulle sue idee geniali e sulla fine del suo impero. Entrare nella storia di Cerruti significa attraversare un pezzo di storia italiana e interrogare le promesse non mantenute del nostro paese. Come accade in tutte le mie opere, non cerco risposte, né biografie da museo. Cerco zone d’ombra. E soprattutto cerco il punto di frattura. Cosa succede quando la tradizione non si trasmette più? Quando il genio non basta a salvare un’impresa? Quando la famiglia si tiene insieme per abitudine, finché tutto crolla? Non sarà un film sulla moda. Sarà un film sull’eleganza che si disgrega. Sull’incapacità di tramandare. E su quel momento esatto, familiare, umano, in cui ci si accorge che il proprio tempo è finito, ma non si sa dove metterlo.