Pochi decenni fa riaffiorava il nome di Hans Clemer, pittore alemanno vissuto tra Medioevo e Rinascimento, divenuto il Maestro d’Elva e artista di corte del Marchesato di Saluzzo. Il film segue il viaggio visionario di un Narratore che, tra archivi, affreschi, incontri e paesaggi, ricompone i frammenti di una storia dimenticata. Non una ricostruzione, ma una favola moderna: la pittura di Clemer riemerge nel tempo presente. Un racconto ipnotico e non lineare, che unisce arte e mistero, realtà e immaginazione. Un film-sogno, un'indagine poetica sul potere delle immagini e sul bisogno umano di ascoltare e raccontare storie.
Un uomo cammina sul margine della Storia, inseguendo la traccia quasi cancellata di un pittore dimenticato: Hans Clemer. Il film è il diario di questo viaggio, reale e interiore, fatto di silenzi, incontri, intuizioni. Il Narratore – solitario, curioso, vulnerabile – non cerca risposte definitive, ma si lascia guidare da ciò che gli affreschi gli sussurrano, da ciò che la luce racconta. I luoghi attraversati – Elva, Saluzzo, la Provenza, le Fiandre – diventano tappe di un pellegrinaggio dello sguardo. Le opere di Clemer non vengono spiegate, ma ascoltate. Tra archivi, restauri, frammenti di memoria, il film compone un ritratto per assenze, fatto di pause e visioni, di volti sfiorati e di stagioni che passano. Un retablo perduto. Un volto che somiglia a qualcuno. Un dettaglio che incanta. L’arte non viene spiegata: si manifesta. Questo film non cerca risposte. Si abbandona al mistero, al bisogno umano – profondo, antico – di sentire una voce che racconta. E di restare in ascolto.