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11 Marzo 2024

La piccola Russia, documentario di Maurizio Orlandi realizzato grazie al sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, sarà proiettato in anteprima assoluta sabato 23 marzo alle 21 al cinema Massimo, all’interno del concorso del 23° Glocal Film Festival.

Il documentario racconta la storia di una comunità, da sempre connotata da un forte spirito di appartenenza ad una realtà fatta di lavoro, di ideali e di totalizzante impegno politico e civile. La storia parte da un filmato di repertorio in Super8 girato l’11 Settembre del 1973 – giorno del colpo di Stato in Cile del generale Pinochet – in occasione dell’inaugurazione della Casa del Popolo di un piccolo villaggio minerario della Maremma toscana, allora conosciuto da tutti come la “Piccola Russia”, alla presenza di Pietro Ingrao e di 15.000 persone.

Ma La piccola Russia è anche una storia che permette – proprio in relazione alle vicende legate a quella Casa del Popolo, per la sua peculiare valenza emblematica – di conoscere anche un’altra una Storia, più collettiva e nazionale: quella legata al Partito Comunista Italiano. Dal periodo del consenso di massa, fino agli anni della crisi, della dissoluzione e della fine di un mondo. Forse della stessa fine del Novecento.

Con La Piccola Russia, si intende dare un contributo, sia sul piano artistico sia su quello storico, alla storia di un territorio che nel Novecento ha rivestito un ruolo di peculiare centralità, nel contesto di quella che era l'industria chimica nazionale, controllata dalla Società Montecatini-Montedison di Milano; e, allo stesso tempo, nelle vicende del movimento operaio italiano, proprio in relazione alle lotte politiche e sindacali dei minatori della miniera di Gavorrano, conosciute in quegli anni per la particolare conflittualità.

Una storia, quella della Piccola Russia, allo stesso tempo, che intende contribuire a colmare il vuoto nella memoria collettiva delle nuove generazioni, immemori del ruolo che nel territorio ha rivestito la civiltà mineraria, con quei valori del lavoro, della famiglia e della solidarietà che connotarono la composizione sociale di tutta una comunità, oggi investita da un generalizzato e preoccupante processo di rimozione e dimenticanza di quel passato.

Una storia che, da un lato, ha, inevitabilmente, una dimensione localistica e circoscritta ad un territorio, ma, allo stesso tempo, un nesso con quelli che sono stati gli snodi storici più importanti che il nostro Paese ha vissuto, nel passaggio da un secolo all'altro.